Sadhana

“Una volta una persona disse riguardo alla sadhana: “Dopo aver fatto la sadhana, non vi dovrebbe capitare niente”. Io dissi: “No. Quando ha luogo la sadhana, dovrebbe accadervi di tutto e dovreste uscirne vincitori, vittoriosi!”. Ecco cosa vi dona la sadhana. Non vi dà una garanzia scritta da Dio. Colui il quale pratica la sadhana si costruisce una personalità molto forte, può conquistare tutto! Ecco perché faccio la mia sadhana. L’ho fatta per anni. La faccio anche adesso. Alcuni mi chiedono: “Tu sei un Maestro, perché fai la sadhana?”. Io rispondo “Per rimanere un Maestro!”.  (Yogi Bhajan)   Yogi Bhajan ha parlato a lungo della Sadhana (pratica spirituale quotidiana): solo nella Library of Teachings, che racchiude buona parte dei suoi insegnamenti, questa parola viene nominata 894 volte. Perché la Sadhana è così importante? Perché ci viene raccomandato di alzarci due ore e mezza prima dell’alba, possibilmente facendo una doccia fredda, e sederci in meditazione, ripetendo le stesse cose ancora e ancora? Alzarsi per la Sadhana al mattino è un atto totalmente egoistico – per la forza personale, per l’intuizione personale, per l’acutezza personale, per la disciplina personale, e in generale per l’assoluta prosperità personale. (Yogi Bhajan, 14 maggio 1989) La Sadhana è una pratica di autodisciplina che ci permette di esprimere l’Infinito nel sé. Si tratta di un momento giornaliero che serve a osservare gli schemi che ci allontanano dalla consapevolezza più alta e a trascenderli. La Sadhana è un’attività consapevole: scegliamo consapevolmente di alzarci, esercitare il corpo e meditare. Ogni giorno è diverso, ogni giorno noi siamo diversi – le cellule del corpo cambiano completamente ogni 72 ore -, ma scegliamo consapevolmente di mantenere una pratica costante e regolare. Nel Kundalini Yoga si suggerisce di praticare la Sadhana durante quelle che sono chiamate le “ore dell’ambrosia” (le due ore e mezza prima dell’alba), quando il sole è a un angolo di 60° rispetto alla Terra e le attività quotidiane sono ridotte e di minore impatto. Sviluppare una pratica di Sadhana regolare permette di prendere il controllo della vita. Impegnarsi ad ascoltare il proprio Sé superiore ogni mattina consente di ascoltare e seguire la propria Anima.   La Sadhana non è un miracolo Stiamo semplicemente dando la priorità alla nostra parte infinita prima di occuparci degli impegni quotidiani; stiamo parlando al nostro vero Sé con tutto l’amore possibile per elevarci e brillare in ogni situazione. Stiamo conquistando la nostra mente per liberarci di tante miserie, sfortune e problemi. Ci vogliono impegno e costanza per sviluppare una Sadhana quotidiana, è vero, e dobbiamo superare la tentazione di una bella dormita. Dobbiamo mettere in secondo piano la fatica e magari rivedere alcuni ritmi della giornata per permetterci di praticare con continuità; ma ci stiamo facendo un regalo prezioso. La Sadhana è solo per noi, è la nostra vittoria sul tempo, sullo spazio e su noi stessi. Facciamo il primo passo, e rendiamoci disponibili a vedere dove ci porta.   La pratica secondo le indicazioni di Yogi Bhajan 3.00 – 3.15: svegliarsi e prepararsi per la Sadhana, preferibilmente facendo una doccia fredda e indossando comodi abiti di cotone; 3.45 – 4.20: recitare il Jap Ji 4.00 – 4.45: vibrare l’Adi Mantra e praticare un kriya di 25/45 minuti 4.45 – 5.00: rilassamento profondo 5.00 – 6.00: vibrare i mantra dell’Era dell’acquario per 62 minuti 6.00 – 6.15: momento di contemplazione 6.15 – 6.30: lettura dell’Hukam del Siri Guru Granth Sahib (opzionale)   Prossime date Sabato 18 giugno ore 5.30 La pratica consiste in una lezione di Kundalini Yoga (1 ora circa) a cui segue la vibrazione dei mantra dell’Era dell’Acquario (62 minuti). Per informazioni: 338 305 9488 (Luisa Param Kiret Kaur)     Le informazioni contenute in questo sito fanno riferimento ad antichissime tradizioni yogiche. La pratica dello Yoga e delle altre Discipline Olistiche non è da intendersi come un consiglio medico né come sostituto delle terapie mediche o psicologiche, laddove ve ne fosse bisogno. Prima di avvicinarti alla pratica e ai corsi, ti consigliamo di consultare il tuo medico di fiducia, per valutare se le attività che proponiamo sono appropriate per la tua condizione di salute generale.  

La mente e il Kundalini Yoga

Yoga Kundalini Mente

La vostra mente è in continuo movimento. Non possiede di per sé né una base né una realtà fondamentale. Senza alcuno sforzo da parte vostra, produce pensieri di ogni tipo. Per fermare i giochini emotivi e gli intrighi mentali, è necessario darle una direzione. Per essere veramente felici dovete sviluppare un atteggiamento di vita coerente, così da eccellere al di sopra del tempo e dello spazio, utilizzando la mente alla frequenza della vostra anima. (Yogi Bhajan) Difficile a credersi, ma non sei ciò che pensi. La tua identità non è i ricordi, le immagini, i desideri, i concetti che abitano la tua mente: infatti, a riprova che tutto ciò è separato da te, puoi osservarne il fluire, puoi renderla “oggetto” della tua investigazione. In effetti, neppure esiste una mente cosciente unitaria, ma una Negativa, una Positiva, una Neutra. E d’altra parte, nemmeno i pensieri sono ciò che credi: difficilmente li avrai paragonati a una scultura di grande qualità, soffermandoti sulla sua forma, struttura e dimensione. Dunque, se niente è come sembra, bisogna distruggere la mente, buttarla via, far finta che non esista? Proprio no: scopo dello Yoga è rendere la mente alleata e amica, padroneggiarla. Questo articolo ti aiuterà a conoscerla e ti darà i primi spunti per iniziare a farlo. Indice Studi e vigili sulla mente o sei troppo impegnato a usarla? Da tenere a mente: le menti sono molteplici Il pensiero che fa traboccare il vaso Come pulire e addestrare la mente secondo il Kundalini Yoga   Studi e vigili sulla tua mente o sei troppo impegnato a usarla? La seconda probabilmente, come la maggior parte di noi. Da più parti si compiono studi, si creano mappe, si mettono a punto tecnologie sempre migliori per analizzare l’attività neuronale, ma in fin dei conti l’esperienza umana di gran lunga più comune della mente – fin dalla sua “riattivazione” quando ti alzi la mattina, se vogliamo – è una cacofonia. «La mente è rumorosa. Gli yogi dicono che rilascia un migliaio di pensieri a ogni battito di ciglia. Ci sono sensazioni, emozioni, pensieri, impressioni sensoriali, conversazioni interiori, ricordi, fantasie, intuizioni, impressioni psichiche e altro ancora». Troppa confusione? Proviamo a ricondurre la mente a quattro caratteristiche di base: Funziona in modo automatico e con una tale velocità da porsi oltre le categorie dello spazio e del tempo. Essa è capace di inondare di pensieri, sia voluti che non. Non riesce a funzionare se non muovendosi in continuazione. Questo flusso ininterrotto di pensieri, simile alle onde del mare che si formano lontano, è abitato soprattutto dalle persone e dai luoghi a cui siamo più legati. Ricerca i contrasti e le opposizioni, e tende a mostrarci tutto per polarità, ad esempio positivo/negativo, buono/cattivo. Essa è materiale tanto quanto il corpo, ma più sottile: paragonata all’acqua, la mente è come il vapore. Essa possiede un flusso, un metabolismo e una struttura propri. Nei testi si legge: «La mente di per sé non si ferma. Ecco perché un “punto di immobilità” è uno degli strumenti indispensabili per guardare nella mente. È qui che si rendono necessarie le tecniche specifiche come la meditazione, i mantra e il controllo del respiro». Prima di far questo, però, è bene conoscere la differenza fra le menti coscienti o funzionali. Da tenere a mente: le menti sono molteplici Se è vero che i flussi di pensieri, le elucubrazioni, e tutto ciò che ci attraversa la mente tende a organizzarsi per opposizioni, ti suonerà familiare l’esistenza di una Mente Negativa, una Mente Positiva e una Mente Neutra o Meditativa. Alla prima devi la percezione dei pericoli e delle situazioni o decisioni dannose: è la prima a manifestarsi, perché segue una sorta di istinto di sopravvivenza. È lei a fare domande del tipo: cosa non va? Come posso proteggermi? Attenzione, però, a non farla diventare la padrona assoluta della tua vita! Alla seconda appartengono le rivelazioni su ciò che di vantaggioso si può ottenere da una certa circostanza: la Mente Positiva è attiva, invita a correre rischi in favore di piacere e soddisfazioni. Tende a mettere in luce le risorse che hai affinché tu possa fare ciò che desideri. All’ultima fanno capo la maggior coscienza, il miglior buon senso per prendere davvero una decisione. Se arrivi a utilizzare in modo corretto la Mente Neutra, puoi fidarti della direzione che ti indica: sarà libera dalle paure e dalle insicurezze ma anche dal puro desiderio di avere un’utilità, ottenere un guadagno. La Mente Neutra o Meditativa tiene in considerazioni i fattori positivi e quelli negativi, ma senza perdere di vista il vero obiettivo, quello che rispecchia il sé più elevato. Leggendo potrebbe capitarti di riconoscere una propensione all’una o all’altra. Infatti, nella singola persona c’è sempre una mente più forte delle altre: qualche volta i pensieri finiscono intrappolati nella Mente Negativa, altre volte attraversano quella positiva e si espandono senza sottostare a un’ulteriore e neutra valutazione. Se tutte e tre le menti sono forti e in «equilibrio co-eguale», la mente si dice illuminata e in grado di «riflettere l’unicità dell’anima». Il pensiero che fa traboccare il vaso In tanti libri di psicologia, la mente cosciente – la “trinità” di cui hai appena letto – è raffigurata come la punta di un iceberg. E anche in uno dei testi di introduzione al Kundalini Yoga si usa la stessa metafora, precisando che la gran parte di ciò che ti motiva a livello profondo risiede nella mente subconscia: si tratta di un’area molto grande, che non solo è incapace di distinguere fantasie e fatti, ma tende anche ad accettare senza giudicare qualunque cosa riceva. L’autrice parla di «credulità del subconscio»: esso crede a tutto, e ogni credenza tende a manifestarsi nel corpo. Immagini cosa può succedere se nel subconscio si trovano insicurezze, paure, comportamenti autodistruttivi? Il dato da ricordare è che in questa parte sommersa di iceberg finiscono tutti i pensieri e le sensazioni: se la maggior parte della gente ha flussi di pensieri ed emozioni che derivano da desideri non soddisfatti, tutti questi si riverseranno lì. 

Mantra e Naad

Mantra Naad Kundalini Yoga

“Quando il linguaggio e il ritmo si fondono per instillare un pensiero a un livello più profondo, siamo di fronte a un mantra potente. È una parola sacra. È un uso speciale del linguaggio”. (The sacre science of Kundalini Yoga: the teachings of Yogi Bhajan, Ph.D., redatto da Gurucharan Singh Khalsa) Parole, musica, rumori: dalla sveglia al mattino all’ultima notifica WhatsApp prima di addormentarci, viviamo immersi nei suoni più disparati. Ad alcuni attribuiamo valore positivo, ad altri negativo. Come che sia, tutte queste vibrazioni ci circondano. Il Mantra Nella pratica del Kundalini Yoga, il suono viene usato in maniera scientifica per influenzare la coscienza, e ciò avviene attraverso i Mantra (unione delle parole man, cioè “mente”, e tra, cioè “accordare la vibrazione”). Shakti Parwha Kaur dice che il Mantra è «la corrente sonora che accorda e controlla la vibrazione mentale. È la” psiche direttiva”, una parola o parole, combinazioni di sillabe, che aiutano la concentrazione della mente». Alla base della pratica dei Mantra sta l’assunzione che tutta l’energia in cui siamo immersi sia vibrante: vibrano gli esseri viventi, vibrano gli oggetti inanimati, vibra l’intero universo, e anche i pensieri sono vibrazioni elettromagnetiche. Gli stati emotivi che chiamiamo felicità, tristezza e così via sono «frequenze vibratorie mentali». Ecco perché – scrive Shakti Parwha Kaur – quando si vibra un Mantra si compie la scelta di invocare un potere positivo, un beneficio, per esempio la prosperità o l’aumento dell’intuizione, che è contenuto in quelle sillabe particolari. Le domande più comuni Molto spesso ci viene chiesto perché non vibriamo i Mantra in italiano o in inglese, in modo da poter comprendere ciò che diciamo. Il punto è che non è importante capire il significato dei suoni. «Le affermazioni e i mantra in inglese (o in altre lingue) hanno effetto sulle nostre menti e sulle nostre emozioni, ma i cambiamenti più profondi nella nostra coscienza hanno luogo a un livello più profondo. Per fare l’esperienza dell’Infinito, è l’effettiva chimica del cervello che deve cambiare». In altre occasioni, possiamo pensare di aver bisogno di un mantra personale. A questo proposito, Yogi Bhajan ha detto che qualunque di essi ci influenza personalmente, e non appartiene ad altri che a chi lo sta vibrando. Infine, ci chiediamo in che lingua sono eseguiti i Mantra: si tratta del Gurbani, un linguaggio basato sulla scienza del Naad, che li rende particolarmente efficaci. Naad, l’essenza di tutto il suono Naad in sanscrito significa “risuonare, riverberare”, e si riferisce alle qualità più sottili del suono. Come spiega Siri Ram Kaur Khalsa, Naad si può tradurre anche come “corrente sonora”, intendendo ben più dell’insieme dei suoni che vengono prodotti dallo spostamento dell’aria. Gurucharan Singh Khalsa definisce Naad «il suono di base di tutti i linguaggi in tutte le ere. Questo suono proviene da una fonte comune chiamata corrente sonora. È il codice universale dietro il linguaggio e perciò dietro la comunicazione umana». Yogi Bhajan ne parla varie volte, e proprio in un suo articolo dedicato alla comunicazione accenna al Nād Yoga e ribadisce che le parole e i nād che cantiamo noi stessi sono in grado di cambiare «la chimica del siero della comunicazione». Il cambiamento, dice, non viene provocato da qualcosa che ci è stato iniettato da fuori, ma da quanto noi stessi iniettiamo dentro di noi. La 3HO Foundation, che conserva e diffonde gli insegnamenti del Maestro del Kundalini Yoga, ci racconta che Mantra e Naad sono connessi. A proposito del Naad Yoga, per esempio, riporta che si basa «sul fare esperienza di come le vibrazioni del suono influenzino corpo, mente e spirito attraverso il movimento di lingua e bocca, e i cambiamenti nella chimica cerebrale». Il fondamento scientifico dei Mantra e del Naad riguarda proprio gli 84 punti meridiani o punti di pressione che si trovano sul palato superiore. Shakti Parwha Kaur scrive che stimolandoli secondo una giusta sequenza si può aumentare la secrezione dell’ipotalamo e, così facendo, provocare «un cambiamento nella permutazione e combinazione delle vostre cellule cerebrali». La scienza del mantra ha davvero un grande potere. Vibrare per credere. P.s. La sillaba nād è contenuta anche nella parola Nahdah. In questo senso, il nome del Centro rimanda sia all’idea di rinascita ma anche a quella di suono nella sua essenza più profonda e universale.   Fonti: Shakti Parwa Kaur, Kundalini Yoga. Il fluire dell’energia infinita, YogaJap, Roma 2013 3HO Foundation, Naad Yoga e Mantra  (inglese) Y. Bhajan, Nad Yoga, in «Kundalini», Quaderni trimestrali di Kundalini Yoga, anno 2, numero 7, 1987 Per approfondire: 3HO Foundation, Insegnamenti di Yogi Bhajan, La scienza del Naad e Gurbani  (inglese) 3HO Foundation, Insegnamenti di Yogi Bhajan, Naad – Il suono che riverbera  (inglese) Sat Nam, la via dello yoga, Naad Yoga e il potere curativo del suono Le Vie del Dharma, Introduzione allo Yoga del Suono   Foto di Gerd Altmann da Pixabay   Le informazioni contenute in questo sito fanno riferimento ad antichissime tradizioni yogiche. La pratica dello Yoga e delle altre Discipline Olistiche non è da intendersi come un consiglio medico né come sostituto delle terapie mediche o psicologiche, laddove ve ne fosse bisogno. Prima di avvicinarti alla pratica e ai corsi, ti consigliamo di consultare il tuo medico di fiducia, per valutare se le attività che proponiamo sono appropriate per la tua condizione di salute generale.

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